Archivio storico comunale Ravenna, Fondo di carte topografiche, Mappa 68, 1844, particolare

Le immagini numerate da 01 a 19 ricostruiscono il fascicolo del Carteggio amministrativo, Titolo XXVII, Rubrica 10 del 1806 dedicato ai “rifacimenti ai diversi monumenti della città”. Il gonfaloniere di Ravenna, Carlo Arrigoni, reputava che fosse arrivato il momento di restaurare alcuni edifici storici ravennati e quindi di scrivere alla “deputazione apposita” e cioè una sorta di commissione comunale deputata a questo tipo di lavori pubblici, e contemporaneamente al Sub Economato dei Beni nazionali per il Dipartimento del Rubicone.
Il 3 maggio del 1805 arrivava a Ravenna la risposta dal titolare del Sub Economato nella quale si diceva che essendo quella necessaria ai lavori non una spesa di poco conto sarebbe necessario consultare il Ministro competente.
Il 13 maggio del 1805 Carlo Arrigoni inviava una perizia dell’ingegnere Lodovico Nabruzzi “sopra li rifacimenti, che indispensabilmente occorrano ai diversi antichi monumenti della Città”.
La perizia ha data Ravenna 26 aprile 1806.
L’anno seguente, il 29 marzo 1806 fu l’ingegnere Luigi Monghini ad compilare un’altra perizia che Carlo Arrigoni, Luigi Camerani, Francesco Miserocchi e G. Soragni inviarono al ministro per il Culto del Regno d’Italia.

01
02
03
04
05
06
07
08
09
10
11
12
13
14
15
16
17
18
19

Si riproduce in parte il fascicolo del Carteggio amministrativo Titolo XXVII, Rubrica 10, 1811 nel quale – il 5 luglio 1811 – per ordine del Vice Prefetto del Dipartimento del Rubicone, Distretto IV di Ravenna, si chiedeva di saldare immediatamente l’Ingegnere capo “per la collaudazione delle riparazioni al mausoleo di Teodorico”.
Già il 6 giugno 1811 il Vice Prefetto aveva sollecitato il pagamento, ma il Podestà Carlo Arrigoni era stato costretto a rispondere che “per mancanza di fondi non potrà emettersi” il mandato di pagamento “fino all’approvazione del consuntivo [bilancio] del 1810”.

20
21
22

Dal carteggio ammnistrativo Titolo I, Protocollo generale n. 595, 1823.
Il 20 marzo 1823 l’ingegnere comunale Lodovico Nabruzzi scriveva al Gonfaloniere o Podestà di Ravenna – allegando una pianta – circa la questione delle acque che circondavano il mausoleo di Teoderico: “onde possa riconoscere la differenza che passa fra le acque sotto la Rotonda e quelle del Canale Naviglio”
Nabruzzi continuava sottolineando che “Da ciò rileverà che il pelo delle acque della Rotonda restano superiori al pelo di quelle del Naviglio […] e sopra la soglia del ponticello dello scolo della città nel suddetto canale […] Rileverà ancora che il piano attuale della Rotonda l’ho rinvenuto più basso della suddetta soglia […] per cui le acque della Rotonda non si potrebbero scaricare se non in parte.”

23

Lodovico Nabruzzi
1 carta acquerellata, mm 290 x 453, scala di metri 500 serve per la pianta e distanze del profilo; scala di metri 2 serve per le altezze del profilo
“Pianta e profilo di Livellazione dal Monumento di Teodorico denominato la Rotonda fino al ponte sopra lo Scolo della città nel Canale Naviglio, da cui si rileva la caduta che potrebbero avere le acque della Rotonda rinvenute il giorno 14 marzo 1825 alle ore 4 pomeridiane sopra la platea del sud. Ponte”

24

Carteggio amministrativo, Titolo XXVII, 1839 Protocollo generale n. 390, 578, 673
“Posizione relativa ai ristauri occorenti al Sepolcro di Teoderico ossia della Rotonda”

Silvio Bernicoli nei suoi regesti ci indica questa posizione dell’Archivio storico per un restauro del pavimento di Santa Maria alla Rotonda, ovvero il mausoleo, con “sasso d’Istria”. Ed effettivamente a questi lavori è dedicato il documento firmato da Lodovico Nabruzzi il 22 ottobre 1839 che concorda con la pubblica opinione circa il fatto che il recente rifacimento con mattoni sia “non solo indecente, ma ancora non in corrispondenza col restante suddetto monumento”.

In realtà il fascicolo documenta come l’ingegnere Lodovico Nabruzzi si sia occupato di elencare e dettagliare un certo numero di lavori che dovevano essere fatti.
Nella prima lettera, del 1 settembre 1837, acclude una “perizia dell’importo di un nuovo rastello occorrente all’Arco situato nell’ingresso del Piazzale d’inanzi al mausoleo del Re Teodorico, volgarmente detto la Rotonda”. Il cancello poteva essere fatto o di legno di quercia o di ferro.
Fra i documenti di grafica conservati nella biblioteca Classense si trovano alcuni disegni che sembrano venire da questo fascicolo. Come spesso è accaduto nel corso degli anni i documenti ritenuti più preziosi furono tolti dalle originali posizioni d’archivio. L’operazione consentiva una migliore conservazione, ma privava i disegni della chiave di lettura necessaria per contestualizzarli nella storia del monumento.

Lo stesso Nabruzzi, il 15 maggio del 1838, scriveva all’Illustrissimo Signor Conte Gonfaloniere di Ravenna un nuovo elenco dettagliato di spese dei “ristauri indispensabili che occorrono per la manutenzione del Mausoleo di Teodorico, denominato La Rotonda, da me rilevati in forza di verbale d’Ordinanza della S.V. Illustrissima”.
Secondo l’Ingegnere:
1. “diversi gradini in marmo delle due scalinate laterali trovansi sommossi e pericolosi e perciò è di necessità urgente di rifermarli e rimetterli a posto con arpioni di ferro […]”
2. “un pezzo di cornice che serve d’imposta agli archi inferiori trovasi del tutto mancante e conviene rimetterlo a nuovo […]”
3. “il Selciato della chiesina superiore trovasi nella massima parte diruppato con pezzi di marmo e di cotto in parte frantumati e in parte affatto mancanti […]”
4. “la Serraglia di legno della Porta d’ingresso trovasi trovasi sul di sotto tutta marcita e perciò è della massima urgenza vengi rimessa di nuovo sul di sotto con uno scaglione […]”
5 “le Fenestrelle che danno lume all’ingresso di questo Monumento trovasi prive d’invetriate […]”

Lodovico Nabruzzi torna a scrivere al Gonfaloniere il 27 febbraio del 1839 accludendo un Piano di esecuzione relativo al nuovo cancello di ferro e “ristauri che indispensabilmente” ha giudicato urgenti “perché possa prendere quelle determinazioni che nella di Lei saggezza giudicherà opportune”.
Il 18 marzo 1839 Il Comune di Ravenna scrive al Cardinale Legato circa i lavori e il “servitor vero”, cardinale Luigi Amat, risponde in data 25 marzo approvando la perizia che rispedisce – firmata – al Comune, autorizzandolo a “procedere agli Atti d’Asta, anche a tavolino o con la restrizione dei termini come credano più opportuno”.
Il 9 aprile il cardinale Amat “trovando regolari gli Atti d’Asta relativi alle urgenti riparazioni delle quali abbisogna il sepolcro di Teodorico” e sentita la Congregazione Governativa approva gli atti e li restituisce al Comune.
Il 10 giugno sempre Amat approva anche la spesa per i lavori da eseguire “all’ingresso del Piazzale d’innanzi al monumento di Teodorico”.

25
26
27
27 bis
28
29
30
31
32
33
34
35
36
37
38
39
40
41
42
44
45
46
47
48 Mob 3 cass sn A 16
49 Mob 3 cass sn A 17
50 Mob 3 cass sn A 17

Carteggio amministrativo, Titolo II, Rubrica 4 del 1844, protocollo generale n. 2206, 2283, 2389.

Si tratta di un breve carteggio fra il cardinal legato Francesco Saverio dei principi Massimo, l’ingegnere comunale aggiunto Romualdo Massi e il consigliere anziano Pietro Grossi, in vece del gonfaloniere commendatore Gabriele Rasponi.
Il fascicolo è relativo al progetto del capitano Saverio Canevali “marito della Signora Sepolina di Milano” di eseguire un “taglio provvisorio della strada comunale detta della Rotonda per la costruzione di un chiavicotto”.
Il progetto aveva lo scopo “di smaltire le acque stagnanti nel piano inferiore di quel Monumento nella Vasca vicina al Candiano mediante il fosso costeggiante la strada opportunamente escavandolo.”
L’ingegnere Massi, in data 18 novembre 1844, fa però notare al Gonfaloniere che “così operando ne deriva gravissimo danno a quella strada, stante che con le piogge o col gelo dell’entrate stagione invernale specialmente nel disgelo, sicuramente accadranno tali dilamazioni che faranno rovinare il fondo dello scolo almeno l’adiacente banchina trascinando forse con se anche porzione della strada suddetta.”
Il Massi chiedeva quindi di interpellare il Capitano Canevali per domandare in quale modo intendeva impedire le dilamazioni e quindi il danneggiamento della proprietà comunale.

Nonostante le perplessità dell’ingegnere Massi, il Capitano Canevali viene proposto per alcuni riconoscimenti.

51
51 bis
52
53
54
55
56
57
58
59
59 bis

Carteggio amministrativo, Titolo II, Rubrica 4 del 1844, protocollo generale n. 2206, 2283, 2389.

Si tratta di un breve carteggio fra il cardinal legato Francesco Saverio dei principi Massimo, l’ingegnere comunale aggiunto Romualdo Massi e il consigliere anziano Pietro Grossi, in vece del gonfaloniere commendatore Gabriele Rasponi.
Il fascicolo è relativo al progetto del capitano Saverio Canevali “marito della Signora Sepolina di Milano” di eseguire un “taglio provvisorio della strada comunale detta della Rotonda per la costruzione di un chiavicotto”.
Il progetto aveva lo scopo “di smaltire le acque stagnanti nel piano inferiore di quel Monumento nella Vasca vicina al Candiano mediante il fosso costeggiante la strada opportunamente escavandolo.”
L’ingegnere Massi, in data 18 novembre 1844, fa però notare al Gonfaloniere che “così operando ne deriva gravissimo danno a quella strada, stante che con le piogge o col gelo dell’entrate stagione invernale specialmente nel disgelo, sicuramente accadranno tali dilamazioni che faranno rovinare il fondo dello scolo almeno l’adiacente banchina trascinando forse con se anche porzione della strada suddetta.”
Il Massi chiedeva quindi di interpellare il Capitano Canevali per domandare in quale modo intendeva impedire le dilamazioni e quindi il danneggiamento della proprietà comunale.

Nonostante le perplessità dell’ingegnere Massi, il Capitano Canevali viene proposto per alcuni riconoscimenti.

60
Comune di Ravenna
Sostienici