Nel 1803, in seguito alle soppressioni napoleoniche dei beni monastici, l’antica e prestigiosa libreria dei monaci Camaldolesi, edificata fra XVII e XVIII secolo dall’abate Pietro Canneti all’interno dell’Abbazia di Classe, fu eletta a biblioteca civica di Ravenna. Negli spazi monumentali della Classense furono raccolti anche i fondi librari dei più importanti complessi conventuali e abbazie della città. Tra i fondi più antichi si annoverano codici manoscritti, incunaboli, edizioni a stampa di pregio, autografi, manoscritti musicali, ricchissimi carteggi, raccolte di grafica quali disegni, xilografie, incisioni su rame, litografie. Numerosi i fondi speciali, di grande ricchezza e varietà documentaria. Nel corso degli ultimi due secoli, ai fondi monastici delle abbazie si sono aggiunte le donazioni di importanti biblioteche private, come quella dell’architetto Camillo Morigia (1743-1795) e dello storico dell’arte Corrado Ricci (1858-1934), e le acquisizioni di intere collezioni come quella formata dalla famiglia Spreti, ricca di manoscritti e di documenti indispensabili alla conoscenza e alla ricerca della storia e della cultura di Ravenna, e la Raccolta Dantesca, formata dal grande bibliofilo – editore Leo S. Olschki, la più completa collezione di prime e rare edizioni dedicata all’opera di Dante Alighieri.
Oggi, anche in virtù di una politica delle acquisizioni costante nel tempo, la Classense è divenuta una biblioteca storica di cultura generale, dotata di un patrimonio librario antico, moderno e contemporaneo tra i più importanti d’Italia.
Un grandioso progetto di restauro architettonico in fase di completamento ha recuperato a biblioteca tutti gli spazi dell’antico complesso abbaziale, per una superficie utile di 28.000 mq.

Comune di Ravenna
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