a cura di Sabina Ghinassi e Paolo Trioschi

Biblioteca Classense / Manica Lunga
14 ottobre 2023 – 14 gennaio 2024

Orario di apertura:
da martedì a venerdì 15-18.30
sabato 9-13 • 15-18.30
Ingresso gratuito
Inaugurazione 14 ottobre ore 16

Orizzonte musivo aperto

In un’epoca come l’attuale, fortemente connotate dalla diffusione su larghissima scala di strumenti e dispositivi tecnologici e digitali, passiamo molte ore della nostra giornata a guardare schermi il cui intrinseco funzionamento è a mosaico. I pixel scompongono e ricompongono le informazioni senza che ci accorgiamo che alla base della riproduzione delle immagini ci sia una matrice di punti. In un contesto così dominato da tecnologie elettroniche e digitali, largamente in uso nelle pratiche artistiche contemporanee – e non potrebbe essere altrimenti, ci sono comunque giovani artisti e giovani artiste che scelgono di tagliare materiali vetri e lapidei con strumenti primari e manuali come martelli e tenaglie, per comporre mosaici che, sorprendentemente, pur evocando un passato arcaico, o forse proprio per quello, ci parlano ancora di noi. Nello spazio che separa il colpo della martellina, per come è chiamata nel linguaggio tecnico, e lo schermo di pixel, si collocano una vasta gamma di pratiche che insistono sul tagliare, giustapporre e incollare, orientandosi talvolta più in direzione di una cultura figurativa che trova i suoi riferimenti nella storia, talaltra nella direzione di estetiche tecnologicamente più avanzate, talaltra ancora in un dominio proprio che ormai il percorso dell’arte del Novecento ha consacrato in quella che, a sua volta, è diventata una tradizione.

Le tessere lapidee, collage e assemblaggi di frammenti di materiali estrapolati dalla vita vera, l’assottigliamento fisico della materia di cui sono costituiti gli schermi dei device che teniamo in tasca, oggi possono convivere nelle pratiche artistiche delle più giovani generazioni, capaci di muoversi con naturalezza dall’uno all’altro capo del percorso.

In questo territorio, con l’idea di sostenere e stimolare tanto quelle esperienze in cui il mosaico tradizionale è oggetto di recupero, quanto le pratiche in cui il mosaico è reinventato, contaminato fino al limite della perdita della riconoscibilità, e con l’idea, volutamente lambita, di accogliere categorie aperte e mutevoli, è stato portato avanti negli anni il Premio GAeM – Giovani Artisti e Mosaico.