Giulio Ulisse Arata (1881-1962)

Giulio Ulisse Arata (1881-1962)

Giulio Ulisse Arata – Cenni biografici

1881, 28 agosto nasce a Piacenza, frequenta le scuole elementari al Collegio San Vincenzo
1895-96 frequanta la Scuola d’ornato e di architettura all’Istituto Gazzola di Piacenza
1896-97 ottiene una speciale borsa di studio
1899 si diploma
1900-01 a Napoli presta servizio militare e si avvia alla carriera di decoratore e modellatore di stucchi
1902-6 segue i corsi dell’Accademia di Belle Arti di Milano e lavora in diversi studi professionali
1906 apre il suo studio a Milano
1908-11 progetta diversi edifici in Campania, fra cui le terme di Agnano, ora demolite; a Milano si inizia a parlare di una “stile Arata”
1913 pubblica un volume sulle ville
1914 con prefazione di Corrado Ricci pubblica il volume sull’architettura arabo-normanna
1914-20 collabora alle riviste «Vita d’arte», «Pagine d’arte» e «Emporium»
1917-18 insegna all’Accademia di Belle Arti di Parma
1921-24 è impegnato nella ricostruzione di Reggio Calabria in collaborazione con due ingegneri
1922 acquista l’area sulla quale costruirà l’Eremo
1924 pubblica il volume Arte sarda
1923-30 costruisce varie sedi della Banca popolare piacentina
1924-32 apre uno studio professionale anche a Bologna
1925 viene nominato Accademico di San Luca e prende parte attiva alla battaglia per la creazione dell’Albo professionale degli architetti
dal 1926 è impegnato in diversi progetti a Ravenna
1930 progetta il nuovo Ospedale Maggiore di Milano
1932 progetta la fontana dedicata agli operai caduti durante i lavori della Direttissima a Bologna
1933 membro della commissione giudicatrice per il Concorso per il Piano regolatore e di ampliamento della città di Piacenza
1938-39 costruisce casa Breviglieri a Piacenza
1941-46 realizza per la casa editrice De Agostini i quattro fascicoli dei “Documentari Atheneum” e gli undici volumi della collana “Italia monumentale e pittoresca”
1942 pubblica per Hoepli due volumi dedicati al bilancio della sua attività: Costruzioni e progetti e Ricostruzioni e restauri
1950 viene nominato nel comitato per le onoranze a Leonardo da Vinci e pubblica una monografia dal titolo Leonardo urbanista e architetto
1953-61 partecipa a diversi convegni
1962, 15 settembre muore nella sua casa di Piacenza circondato dai suoi libri e collezioni antiquarie

I progetti per la città di Ravenna

Palazzo della Provincia di Ravenna
Casa del Balilla
Giardini Pubblici
Villa Cagnoni
Casa Rizzetti – Biblioteca Oriani
Zona dantesca

Giulio Ulisse Arata giunse a Ravenna nel 1924 a seguito di un’impresa di costruzioni napoletana, godendo della stima di Corrado Ricci, per trasformare l’ex Palazzo Rasponi, poi sede della Federazione della provincia di Ravenna, in un nuovo albergo-teatro con negozi e un caffè.
In quegli anni il fascismo ravennate progetta una trasformazione radicale degli spazi del centro storico puntando la sua attenzione sul linguaggio architettonico.
In questo contesto l’architetto piacentino è la figura professionale in grado di fornire una risposta intellettualmente colta e tecnica alle aspettative di Corrado Ricci.
Sarà il senatore ravennate però a bocciare questa proposta preoccupato che le attività ospitate nel nuovo edificio disturbino la quiete e la sacralità del luogo.
Ricci propone un cambiamento di destinazione d’uso da albergo-teatro a sede della Provincia di Ravenna e prescrive l’utilizzo di un mattone a vista opportunamente “oscuro”.
L’inaugurazione del Palazzo della Provincia avviene nel 1928 e l’opera si pone come un ottimo fondale meridionale della zona dantesca. Santi Muratori, direttore della Classense ,e Ricci lo considerano “un uomo di molto criterio e gusto”.
Invece, nella prosecuzione dei lavori della Zona, Arata sarà estromesso, forse per l’opposizione dello stesso Ricci. Il senatore “si prenderà” come compagni nella Commissione per la zona Dantesca Luigi Rava, il podestà Andrea Cagnoni e il Soprintendente Giorgio Rosi. Solo dopo la morte di Ricci, nel 1934, Arata tornò a Ravenna per seguire l’ultimazione dei lavori di Casa Rizzetti.
Il successivo incarico l’architetto piacentino lo ebbe quando dovette “rivedere” la facciata del ovest del “suo” Palazzo della Provincia divenuta improvvisamente fronte principale.
Assieme a questi lavori realizzò Arata ne realizzò altri, come la Casa del Balilla e i Giardini Pubblici. Al lavoro dell’architetto per questi ultimi si riferiscono i documenti della Busta Speciale 130 dell’Archivio.
Nel 1932 i rapporti fra Arata e Cagnoni sono ottimi, come si legge nella lettera autografa spedita al Podestà e nel successivo telegramma.

Nel telegramma ancora seguente Arata si scusa con Cagnoni, ma non accetterà la direzione dei lavori: il compenso è troppo “esiguo”.
O forse è presumibile che il piacentino non avesse un particolare interesse a seguire i lavori per la realizzazione di un progetto che non sentiva più suo dopo l’intervento degli Uffici tecnici del Comune.
I funzionari pubblici avevano considerato il progetto Arata come accurato, ma costoso.
I documenti che seguono ci riportano ancora alla questione della pagamento dovuto all’architetto.
Il Podestà aveva fissato la cifra a 25.000 lire su una richiesta di 25.464.
Il Prefetto, informato ufficialmente della delibera podestarile, giudicò il compenso troppo elevato e costrinse il Sindaco al ribasso.
Arata, venne in soccorso, dicendosi disposto ad accettare la cifra di 22.500 lire e Cagnoni potè rettificare la cifra con la delibera del 9 giugno del 1933.
Le vicende della liquidazione del compenso avranno strascichi e diversi incroci di missive fra il Prefetto, il Podestà, l’Ingegnere Capo del Comune e il Corpo reale del genio civile tirato in ballo sulla questione.

Comune di Ravenna
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