Le immagini di questa sezione provengono tutte, ad eccezione di una, dalla Busta speciale 130 dell’Archivio storico comunale che raccoglie i documenti conservati dall’amministrazione comunale per la realizzazione dei Giardini Pubblici. Ne viene proposta una selezione per mostrare la qualità e quantità dei lavori eseguiti: da quelli di trasporto della terra derivata dalla recente costruzione della Casa del Balilla, sempre su progetto di Arata, a quelli eseguiti per la copertura del fossato nella parte di viale Santi Baldini più prospiciente le mura. Si leggono le fatture per la fornitura di materiale, ma sopratutto è interessante leggere le richieste di pagamento per la l’acquisto delle essenze da piantumare nel giardino fatte da diverse ditte fornitrici. Ci sono le indicazioni per l’irrigazione fornite dai vivai Camprini e un opuscolo informativo per l’acquisto di una irrigatrice a pioggia chiamata “La tartaruga”, prodotta dalle officine Maffei di Luino.
Le qualità arboree previste erano moltissime: lecci, magnolie, diversi tipi di cedri, bossi, lauri, sofore del Giappone, pini, ligustri, alberi di Giuda, cipressi, tigli.
Non manca la copia della richiesta fatta dal podestà per l’anticipo sul mutuo richiesto per la realizzazione dei lavori da versare alla ditta Montanari di Ravenna che si era aggiudicata la realizzazione dell’opera.
La vegetazione dell’impianto iniziale era abbastanza densa e formata da alberi di medio e alto fusto, mentre i viali erano formati da filari di lecci. La prima deliberazione per l’acquisto di piante è del 24 marzo del 1933: essendo i lavori di terra a buon punto era urgente la piantumazione degli alberi.
Già nell’aprile del 1933 il Nuovo Giardino pubblico cominciava ad avere una conformazione verde di impatto visivo.
A quella data non c’erano ancora né le aiuole né lo chalet che veniva annunciato come imminente ad uso bar e servizi.
La realizzazione del giardino era un’opera che rientrava in un più ampio progetto di evoluzione per la città che voleva tenere il passo con le altre città italiane. I giardini erano per Ravenna un’opera di richiamo poiché oltre alle opere più necessarie si cercava di porre l’attenzione anche sulle esigenze di svago della cittadinanza che negli anni che precedettero la seconda guerra mondiale li frequentò assiduamente. Negli anni che precedettero la seconda guerra mondiale i Giardini Pubblici ebbero un’evoluzione notevole dal punto di vista botanico. Inizialmente erano ben visibili i viali principali e le due quinte di magnolie nei lati corti dei due settori trapezoidali più grandi. Da altre immagini d’epoca si nota che tutte le aiuole erano circondate da recinzioni rustiche in legno, arricchite con rose rampicanti, mentre due siepi alte di bosso chiudevano la vista dei viali laterali in prossimità delle scale. La facciata del monastero era ben in evidenza grazie all’altezza non eccessiva degli alberi nei viali laterali: Arata aveva progettato tutti i viali in direzione del loggiato. Una siepe alta schermava il lato delle scuderie della Caserma Garibaldi, mentre tutti i settori erano bordati da siepi basse. Tutti i vialetti erano ben marcati e piuttosto ampi, mentre davanti alla Loggia un piazzale a ghiaia veniva usato per le manifestazioni. Per ultimo un sentiero minore conduceva fino al portale marmoreo del secolo XVI che nel 1885 era stato levato dalla parte del monastero prospiciente la piazza davanti alla chiesa e poi murato in quella posizione nel 1913.
Lo chalet fu eretto tra il 30 ottobre 1933 e il 19 marzo del 1934 con uno periodo di ferma dei lavori nel cuore dell’inverno a causa delle basse temperature.

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ASCRa, Carteggio amministrativo, Titolo X, Rubr 2 fasc 6 1932
12. ASCRa, Carteggio amministrativo, Titolo X, Rubr 2 fasc 6 1932

Cronistoria delle fasi di realizzazione dedotta dai documenti:
24 agosto 1931 progetto redatto dall’Ufficio tecnico comunale per lire 360.000
25 agosto 1931 il progetto è approvato in Consiglio comunale
20 settembre 1931 il progetto è ratificato dalla Regia Prefettura
maggio 1932 iniziano i lavori, in questa prima fase, a cottimo
14 settembre 1932 il Corpo reale del genio civile invia all’amministrazione comunale un verbale di licitazione per l’aggiudicazione dei lavori alla ditta Montanari
4 ottobre 1932 nella prima parte dei lavori sono inclusi movimenti terra, provvista di materiale di imbrecciamento, copertura fossati, fornitura essenze; nella seconda parte dei lavori si eseguirono le fognature, le scale in sasso, l’impianto degli idranti per l’innaffiamento e le opere accessorie
14 aprile 1933 le piante sono a dimora
estate del 1933 inizio lavori per la fontana
17 novembre 1933 consegna lavori
ottobre 1933 – marzo 1934 realizzazione chalet
5 aprile del 1934 collaudo

Comune di Ravenna
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