Mostra di documenti dagli Archivi di Ravenna, Bologna, Pisa e Venezia

Biblioteca Classense / Aula Magna e Corridoio Grande
8 settembre – 28 ottobre 2018
Inaugurazione: Sabato 8 settembre alle 17.30, Sala Dantesca

ORARI
da martedì a venerdì ore 10 – 12
sabato ore 10 – 18
domenica 14 – 18
chiuso il lunedì
ingresso libero

Realizzata grazie alla collaborazione tra la Biblioteca Classense e la Società Dantesca Italiana, con il patrocinio del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali, la mostra è curata da due rinomati dantisti, Gabriella Albanese e Paolo Pòntari, professori di Filologia e Letteratura latina medievale e umanistica all’Università di Pisa. La vasta esposizione illustra il capitolo ravennate della vita di Dante Alighieri, in particolare quel “cenacolo” creatosi attorno al Poeta, composto dall’élite professionale di Ravenna e Bologna. Medici, notai, poeti e filosofi: tutti membri dei clan nobiliari e familiari ravennati più influenti dell’epoca, entrati in contatto con Dante. Un sodalizio testimoniato in modo autobiografico nella sua ultima opera, quelle Egloge in latino ritenute dagli studiosi come una sorta di testamento letterario ed esistenziale.
Il percorso espositivo si snoda tra preziose testimonianze archivistiche e iconografiche, spesso inedite o comunque poco note al grande pubblico, e guida i visitatori nella Ravenna del Trecento, alla scoperta dell’urbanistica del tempo e dei luoghi danteschi (come le abitazioni dei suoi amici, individuate grazie all’analisi puntuale dei documenti), offrendo molte prove del rapporto concreto tra il Poeta e la città che gli offrì l’ultimo rifugio.

Alle soglie del VII Centenario della Morte di Dante, una nuova, sistematica e completa ricognizione degli antichi documenti trecenteschi è stata resa possibile grazie alla collaborazione di molti importanti istituti di conservazione: gli Archivi di Stato di Ravenna, Bologna, Pisa e Venezia, l’Archivio Arcivescovile e l’Archivio Storico Comunale di Ravenna.

Tra i documenti più importanti presenti in mostra, sarà possibile vedere quello relativo alla sentenza di scomunica contro Pietro Alighieri (4 gennaio 1321), primogenito di Dante, accusato, assieme ad altri, di non aver mai pagato le decime per le chiese di Santa Maria in Zenzanigola e San Simone al Muro. La pergamena, proveniente dall’Archivio storico diocesano di Ravenna, ha permesso di datare con più precisione l’arrivo di Pietro Alighieri a Ravenna e di conseguenza anche quello di Dante, dato che probabilmente Pietro fu il titolare ufficiale delle rendite delle due chiese ravennati ma a godere di questi benefici fu in realtà tutta la famiglia Alighieri. Anche la figlia di Dante, Antonia, meglio conosciuta come suor Beatrice, è citata in un documento esposto in mostra: in un volume dei Memoriali del Comune di Ravenna, conservato presso il locale Archivio di Stato, si indica il monastero di Santo Stefano degli Ulivi come l’istituzione religiosa erede universale «sororis Beatrisie filie quandam Dandi Aldegerii». Con ogni probabilità Antonia aveva raggiunto assieme ai suoi fratelli il padre in esilio a Ravenna, dove aveva preso i voti vivendo fino alla morte nel monastero di Santo Stefano degli Ulivi.

Anche l’Archivio Storico Comunale di Ravenna propone in mostra un documento importante, che riguarda il medico Fiduccio de’ Milotti, “il più caro amico di Dante a Ravenna”. È il 20 settembre 1319 e in alcune vendite di terreno che riguardano il monastero di Sant’Apollinare in Classe si cita il «magister Fiducius» come proprietario in nome della moglie di un terreno confinante. Dante è appena arrivato in città e la loro breve ma intensa amicizia ha appena avuto inizio.

A questo ricco patrimonio documentario si aggiungono le testimonianze pittoriche e artistiche sul periodo ravennate di Dante e sulla sua morte, rimaste marginali nella circolazione dell’iconografia dantesca. In originale o in riproduzione saranno così visibili alcuni splendidi dipinti di Andrea Pierini, Giovanni Mochi, Eugenio Moretti Larese, William Bell Scott e Domenico Someda, di particolare tono espressivo tipico della pittura narrativa di stampo risorgimentale e patriottico e per la prima volta esposti a Ravenna. Nell’esemplare conservato in Classense, si potrà ammirare il celebre ritratto xilografico eseguito da Adolfo De Carolis nel 1920, intitolato da Gabriele D’Annunzio Dantes Adriacus e da lui stesso autografato e dedicato alla città di Ravenna.
La mostra è allestita in Aula Magna e nel Corridoio Grande della Biblioteca Classense.
All’inaugurazione, oltre ai curatori, saranno presenti l’Assessora alla Cultura del Comune di Ravenna, Elsa Signorino, la Presidente dell’Istituzione Biblioteca Classense, Patrizia Ravagli, e il Direttore dell’Istituzione Biblioteca Classense, Maurizio Tarantino. La mostra è stata realizzata col contributo dell’Istituto per i Beni Culturali della Regione Emilia-Romagna.

Domenica 9 settembre ore 16 visita guidata condotta dai curatori (prenotazione obbligatoria a prenotazioni_eventi@classense.ra.it

CATALOGO
Numero speciale della rivista “Classense”, VI (2018), a cura di Gabriella Albanese e Paolo Pontari, Longo Editore